mercoledì 29 maggio 2013

 Valle d'Itria: Alberobello e i Trulli

Valle d'Itria: Alberobello e i Trulli

Alberobello è un paese della collina murgiana della Puglia, in posizione equidistante tra l'Adriatico e lo Jonio. Sul colle orientale vi è la città nuova con caratteristiche architettoniche moderne, sull'altra sommità disposta ad occidente, s'allineano i "trulli" in un agglomerato urbano, suddiviso in due rioni, Monti e Aia Piccola, entrambi monumento nazionale. I "trulli" sono un esempio architettonico di valore universale in quanto costituiscono una testimonianza unica, o quantomeno eccezionale, di una civiltà o una tradizione culturale scomparsa e offrono un esempio di un tipo di costruzione o di complesso architettonico che illustra un periodo significativo della storia umana. 

I trulli sono affascinanti abitazioni, che propongono ambienti suggestivi spesso bianche a calce,ma oggi ristrutturati anche a pietra viva, freschissime d'estate, che utilizzano la pietra del posto in un armonioso equilibrio tra precarietà e solidità, tra la maledizione di una difficile terra pietrosa e l'ingegno del suo utilizzo pragmatico, secondo il principio della possibilità limitata, leggibile soprattutto nelle cupole a mensola, lamina di pietra poggiate una sull'altra in cerchi sempre più concentrici fino alla punta. Niente cemento, niente leganti, a secco. 

I trulli più antichi che troviamo oggi ad Alberobello risalgono al XIV secolo: fu in quel periodo che ciò che appariva, ormai, come una terra disabitata venne assegnata al primo Conte di Conversano da Roberto d'Angiò, principe di Taranto e poi re di Napoli dal 1309 al 1343. L'appezzamento di terra costituiva il premio del nobile rampollo angioino per i servigi resi durante le Crociate. 
La zona venne quindi popolata di nuovo, spostando interi insediamenti dai feudi vicini come quello di Noci. 

Sul frontale di ogni cupola vi sono dipinti dei simboli, anch'essi, di valore propiziatorio o magico, sia di origine pagana che di origine cristiana. A questi simboli disegnati sulle chiancarelle utilizzando la calce si attribuiscono vari significati. Vi è una notevole quantità di segni, curiosi e strani, dipinti a calce sui tetti conici dei trulli, interessanti per origine, funzione e varietà tipologica. 

Apparentemente insignificanti, ma eseguiti sulla base di reminiscenze, di regole ataviche, di miti e di cerimonie superstiziose, la maggior parte di tali emblemi sono di natura religiosa. Tali raffigurazioni, rese grossolane a causa della superficie del tetto e della non sempre specifica capacità decorativa dell'imbianchino, sono spesso identificabili per intuizione più che per la chiarezza del disegno. Seguendo una classificazione risalente al 1940, ormai consolidata, è possibile suddividerli in: primitivi, magici, pagani, cristiani, ornamentali e grotteschi. Tale suddivisione è puramente indicativa e, benché la sua validità scientifica sia relativa, risulta funzionale a una rapida identificazione.

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