Bangkok. Divina... contraddizione
di Anita Zechender
Miseria e opulenza, trasgressione e spiritualità. Un itinerario attraverso la capitale thailandese (che non è poi così antica come si può pensare) è un tuffo nel paradosso. Pieno di fascino
Alberghi di lusso svettano accanto ad antichi villaggi, gente che ai lati delle strade vende polli ruspanti, donne di ogni razza cercano l'ultima novità nelle innumerevoli bancarelle dei mercati mentre giovani benestanti rincorrono oggetti di lusso da poter esibire. Sukhumvit, uno dei quartieri più moderni di Bangkok, affollatissimo di giorno, con hotel di vari livelli, locali, centri commerciali, si traveste in un mercato a cielo aperto di sera, anticipando l'anima di Pratunam, una delle zone più colorate della città, emblema di negozi alla moda, bazar e mercatini a prezzi decisamente vantaggiosi. Lo Skytrain vola tra fili e aria condizionata, attraversando cantieri edili e spiando i giardini dell'élite cittadina, fino a raggiungere uno dei battelli, che tra i canali svela l'anima storica di questo pezzo di mondo così eclettico. Dalla sommità della
Sulla sommità della montagna appare per volere di Rama IV (il quarto re della Thailandia, Rama sta semplicemente per re, oggi regna il Rama IX), un piccolo chedi (termine utilizzato nel sud-est asiatico per indicare uno stupa, ossia un monumento buddhista) dorato, mentre alla base si trova il Wat Saket, un luogo di culto di uso quotidiano, fatto costruire da Rama I. Da questa prospettiva Bangkok si spezzetta e si moltiplica all'orizzonte, nei piccoli tasselli dorati che rapiscono il sole e vestono la cupola di questo monte. Percorrendo vie e stradine caratteristiche si arriva alla